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A volte un caso diventa un pensiero fisso, un'ossessione che occupa la mente come un ingombrante mazzo di chiavi nelle tasche, qualcosa che devi portarti dietro per forza ma di cui ti sbarazzeresti volentieri. Sono le storie che turbano le persone semplici, come Antonio Benciveglia, poliziotto per vocazione e uomo votato unicamente alla famiglia e al suo capo, il commissario Maria Laura Serralta. Insieme, i due si trovano a indagare sulla morte di Francesco Bianchi, il figlio della farmacista del paese, ritrovato nel letto della fidanzata con un foro di proiettile nella nuca. Mentre uno scomodo passato torna a tormentare il commissario Serralta, le indagini si aggrovigliano al quotidiano e pacifico rimestare delle chiacchiere e all'intreccio di conoscenze altolocate, fra i riti, i vezzi e i pregiudizi della provincia italiana, dove apparentemente non succede mai nulla. Beghe piccole e grandi, ombre, misteri e dubbi si accavallano in un giallo che forse non è un giallo. A partire dal primo, e forse più inquietante enigma: siamo davvero sicuri che il ragazzo sia stato assassinato?